Lo iaido (居合道) è un’arte marziale che studia l’uso della spada giapponese, la katana. La caratteristica dello iaido è che l’estrazione della spada si traduce direttamente in una tecnica di taglio. Questo primo attacco viene seguito da una serie di altre tecniche appropriate alle varie situazioni. Lo iaido si pratica attraverso l’esecuzione di schemi preordinati (kata) che prevedono diversi scenari in cui si viene attaccati da avversari. Non appena si percepisce l’intenzione aggressiva dell’avversario si reagisce immediatamente con la katana. In questi scenari non c’è nessuna intenzione aggressiva da parte del praticante, anzi, il suo scopo è quello di concludere l’incontro con la katana che rimane nel fodero (saya no uchi). Per questo la spada viene estratta solo all’ultimo momento: farlo prima sarebbe una dimostrazione di ostilità che servirebbe solo ad esacerbare lo scontro.
Il praticante di iaido deve quindi sviluppare una forte presenza e una pressione psicologica (seme) che possano dissuadere un avversario dall’attacco. Tuttavia, nel momento in cui la katana viene estratta, bisogna usarla in modo sicuro, efficiente, per porre fine allo scontro e vincere l’avversario senza farlo inutilmente soffrire. Tutto ciò, naturalmente, non ha nessuna applicazione pratica nei nostri giorni, e la descrizione delle azioni di un kata sembra molto cruenta.
Tuttavia lo studio, puramente teorico, dello iaido porta a una consapevolezza del movimento, caratterizzato da momenti di calma da cui si passa all’azione improvvisa e decisiva. I movimenti sono sempre controllati e precisi, e questo sviluppa la capacità di rimanere tranquilli nelle situazioni impegnative, a mantenere la chiarezza mentale, a sviluppare il rispetto per l’altro. Questo atteggiamento è espresso sia durante l’esecuzione di un kata sia nel proprio comportamento nel dojo. In assenza di un nemico reale il praticante di iaido deve invece superare i propri ostacoli interiori.